Il prosciutto crudo rappresenta l’eccellenza della produzione italiana di salumi ed è tra i più conosciuti al mondo. Tante sono le sue varietà, molte delle quali hanno ottenuto il riconoscimento D.O.P. per le loro caratteristiche qualitative. Già i Romani apprezzavano questo prodotto, tanto che Marco Terenzio Varrone (I sec. a.C), nel suo trattato “De re rustica” parla di importazioni dalla Gallia Cisalpina per soddisfare la sempre maggiore richiesta del prosciutto crudo.

La produzione in Italia probabilmente risale all’epoca longobarda, quando è stata introdotta la pratica della stagionatura della carne. La peculiarità del prosciutto crudo è nella sua lavorazione “a secco”: la salatura è il primo passaggio che dà origine ai processi di fermentazione. Il termine prosciutto, infatti, deriva dal latino perexsuctum, ossia “asciugato”, poiché durante la stagionatura perde tutto il suo quantitativo di acqua.

Protagonista di numerosi piatti come i tortellini bolognesi e la piadina romagnola, il prosciutto crudo è ottimo anche degustato da solo, specie quello di Parma per la sua caratteristica dolcezza. L’apporto di sali minerali lo rendono una valida alternativa alla carne fresca oltre che essere una fonte di ferro, zinco e selenio. Il suo gusto unico è esaltato anche dalle verdure come i funghi crudi affettati in insalata o le zucchine appena grigliate.

Per chi ama il contrasto dolce salato, un abbinamento da provare è sicuramente con i fichi, i kiwi, l’ananas o con il più tradizionale melone. Il prosciutto crudo si sposa molto bene anche con la frutta esotica.